lunedì 14 aprile 2008

Intervista a Stefano Tamiazzo

In occasione del BD Day 2008, organizzato dall'AFuI (Associazione Fumetterie Italiane), siamo riusciti ad incontrare Stefano Tamiazzo, disegnatore della serie fantascientifica "La Mandiguerre". I quattro episodi della saga, pubblicati in Italia da Edizioni BD e scritti da Jean David Morvan (autore prolifico che ha firmato anche Troll e Sillage), narrano della guerra interplanetaria tra gli esseri umani e i crudeli Mandis, combattuta per proteggere una società a cavallo tra suggestioni ottocentesche e tecnologie avveniristiche.

La particolarità del tratto di Tamiazzo sta nel saper unire un'ispirazione di origine giapponese, evidente soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, con elementi cari alla tradizione del fumetto franco-belga. Gli abbiamo chiesto di fare un bilancio della serie appena conclusa, e di parlarci dei suoi progetti futuri.

Come sei riuscito a coniugare in uno stile omogeneo elementi di scuole nazionali diverse?
Beh, in realtà l'animazione giapponese e la cosiddetta linea chiara franco belga hanno in comune una pulizia grafica che prima o poi si sarebbero incontrate con o senza il mio assenso! Dieci anni fa sarebbe stato impensabile proporre a degli editori francesi uno stile come il mio... All'inizio c'è stato un forte ostruzionismo, che è crollato col fatto che tutta una generazione di autori francesi aveva visto gli stessi cartoni che avevo visto io, e naturalmente tentava di fonderli con la tradizione da cui proveniva. L'invasione e il relativo successo dei manga nel mondo ha fatto il resto. Il mio resta comunque un lavoro in continua evoluzione grafica e narrativa, o almeno ci provo.

Facci un bilancio de "La Mandiguerre" all’indomani della conclusione della serie.
Sono soddisfatto della regia, dell'impostazione della tavola, di come ho gestito le dieci, undici vignette a tavola a cui il mio socio J.D. Morvan mi ha “costretto” in questi anni di lavoro, e di quella che ritengo fino ad adesso la mia esperienza lavorativa più interessante. Un'esperienza che mi ha portato in giro in mezza Europa tra festival, presentazioni e dedicaces, oltre al fatto di avermi permesso di lavorare per uno dei più grandi editori di fumetti d'Europa... La nota dolente è la colorazione, una serie come "La Mandiguerre" avrebbe richiesto colori più caldi e avvolgenti...

Hai annunciato che dopo "La Mandiguerre" ti dedicherai ad una serie solista, come autore completo. Che storia ti piacerebbe raccontare?
Si, ritorno alle origini e sto scrivendo una serie da solo! Che fatica!!! Dal lavoro in coppia con uno dei più importanti sceneggiatori francesi mi rimane un'esperienza notevole, non solo da un punto di vista della tecnica ma anche della conoscenza del mercato francofono, che è complesso e in costante, rapida evoluzione. Niente fantascienza, l'ambientazione è quella di fine '800 in Francia, in piena epoca coloniale, un periodo di stravolgimenti sociali... di più non dico! Anzi, una cosa la dico, e con grande orgoglio: ad ottobre La scuola internazionale dei comics aprirà una propria sede a Padova. Io sarò il responsabile del corpo docenti, e insegnante di anatomia per fumetti. Una bella occasione per tutti gli appassionati di fumetti, illustrazione e animazione, e una bella occasione per movimentare culturalmente il sonnolento nordest.

Intervista di Massimo Miato per La Voce d'Italia

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