mercoledì 16 febbraio 2011

Intervista a Vertigo, Rlsh di Padova!

Eroi mascherati che pattugliano le strade e proteggono i cittadini. Non è più solo una fantasia, ma una realtà concreta che conta più di 300 affiliati. Senza superpoteri, ma con costumi ispirati al loro personale credo, i Real Life Superheroes sono un gruppo diffuso in tutto il mondo che si sforza di lanciare un messaggio importante: tutti possiamo essere eroi.

Anche in Italia sono presenti alcuni di questi supereroi, e uno di essi agisce a Padova, per portare aiuto a chi ne ha bisogno. Si chiama Vertigo e noi gli abbiamo rivolto qualche domanda, in attesa di poterlo ospitare al nostro PanStore!

Chi sono i RLSH?

I RLSH sono un gruppo di persone attive in tutto il mondo che, indossando costumi ispirati ai supereroi, si adoperano per aiutare la propria città a diventare un posto migliore e più sicuro. Ciascuno di noi diventa RLSH per una sorta di vocazione personale: c’è chi vuole rendere le strade più sicure sventando piccoli crimini o aiutando i cittadini in difficoltà; e chi si occupa di puro volontariato per i senzatetto e aiuto alle famiglie più bisognose.

Esiste una “Lega della Giustizia”?

Non proprio. Negli USA il gruppo è ufficialmente riconosciuto e gode di privilegi come donazioni e la possibilità di distribuire cibo ai senzatetto o beni e giocattoli alle famiglie indigenti, accanto sempre al pattugliamento delle strade. In Italia non esiste un gruppo ufficialmente riconosciuto, ma solo una sorta di aggregatore virtuale in cui scambiare proposte ed opinioni. E’ stato fondato da Entomo, il primo dei RLSH italiani, e si chiama Rivendicatori.

Come mai ”Vertigo”?

Vertigo deriva dalla vertigine, la vertigine suscitata dalle grandi altezze. Solo dall’alto si può pattugliare al meglio la propria città. Non è un altezza fisica quella a cui mi riferisco, ma piuttosto un’altezza morale. Sotto la maschera c’è un uomo con difetti e contraddizioni come chiunque. Ma Vertigo E’ la maschera. Come tale non può concedersi nessun lusso, nessuna debolezza. Vertigo deve dare il buon esempio.

Padova è una città difficile, di notte. Tu di cosa ti occupi?

Io mi occupo per lo più di aiuto e supporto ai senzatetto e ai bisognosi, ma è importante specificare che io come nessuno di noi si tira indietro quando incappiamo in situazioni sospette o criminose. Siamo tutti addestrati nella difesa personale, ed è fondamentale per un RLSH. Personalmente ritengo importante, quando si incappa in questo genere di attività, prima di tutto avvisare le forze dell’ordine, perché sono loro che devono intervenire quando avvengono atti fuorilegge. Se le circostanze richiedono un intervento immediato, naturalmente, si agisce per la sicurezza dei cittadini, ma senza mai infrangere la legge essendo noi i primi a volerla vedere rispettata

Un’attività, quella del volontariato, che si può e si fa a volto scoperto attraverso tantissime associazioni. A cosa serve allora il costume?

È vero, ci sono moltissimi eroi che a tempo pieno si occupano di volontariato. Ma è proprio questo il punto: sembra una cosa straordinaria, che richiede tempo e risorse, ed una cosa che magari si fa raramente come quando si svuota una cantina e si portano le coperte vecchie alla Caritas. Il costume serve a far capire alle persone che basta invece pochissimo per essere eroi sempre, ogni giorno. Invece di essere eroi tra i tanti, con il costume noi diventiamo piccoli eroi in rilievo, in vista, per portare questo messaggio. Siamo come una frase sottolineata, che balza all’occhio e sta cercando di dirti che ognuno, con un piccolo gesto, può fare la differenza. Con li costume vogliamo far risaltare il nostro messaggio, non noi stessi, altrimenti lo faremmo a volto scoperto e usando il nostro nome e cognome.

E questo messaggio arriva a destinazione?

Col passare del tempo mi sto rendendo conto che le persone che ora mi vedono passare per le strade stanno cominciando a capire chi sono e cosa faccio. Ma la strada è ancora lunga. In particolare perché è difficile farsi conoscere, capire e apprezzare, e far si che il messaggio arrivi a destinazione senza alcun supporto. Parlo naturalmente dei media, delle tv e dei giornali che in Italia, ad ogni intervista o articolo sui RLSH si preoccupano di ridicolizzare un‘attività come la nostra.

Che ruolo possono avere i media?

Io invito giornali e televisioni a contattarmi, attraverso facebook (Vertigo RLSH) o mail (vertigo.rlsh@gmail.com) perché sono convinto che loro siano la chiave di volta per avvicinarci ai cittadini, per diffondere il nostro messaggio e aiutarli a capire che tutti possiamo fare qualcosa per migliorare il posto in cui viviamo invece di farci semplicemente gli affari nostri e far finta di non vedere, o peggio ancora di indignarci per poi dimenticarcene in 10 minuti, quando accadono cose scomode o peggio. Ovviamente ogni proposta va vagliata per evitare di incappare in “professionisti” che in passato hanno già avuto modo di ridicolizzarci per il solo gusto di farlo.

Non è strano essere un simbolo ma agire nell’ombra?

Si, lo è. È per questo che mi sto battendo per spostare l’attività dei RLSH (per chi vuole, naturalmente) alla luce del sole. Se il costume è un simbolo, va mostrato, va evidenziato, va lasciato scatenarsi negli occhi e nella mente delle persone. Di notte non incrociamo molti cittadini, mentre di giorno le nostre azioni avrebbero davvero valenza di un messaggio forte ed evidente. Per fare questo però deve veramente esserci sinergia con i media e con le forze dell’ordine, per permetterci di svolgere il nostro operato nel migliore dei modi e di dare il miglior esempio possibile.

Come ti stai muovendo, in questo senso?

Ho ricevuto contatti per interviste a quotidiani. Ma penso che siano due le cose che più mi stanno aiutando e spronando:
La prima è che a Padova mi ha contattato un ragazzo che segue da tempo i RLSH e vedendo i videolog sulla mia pagina facebook e su youtube, in cui racconto le mie ronde e la mia attività, mi ha contattato per diventare uno di noi. Questo mi fa immensamente piacere, perché significa che la mia strategia sta funzionando. Naturalmente prima di diventare RLSH occorre molta preparazione, la conoscenza di tecniche di difesa personale, il tempo e la volontà seria di fare qualcosa per gli altri; non ci si improvvisa RLSH dalla sera alla mattina. Sono contento che qualcuno abbia scelto me come aiuto e guida per cominciare e sono felice di aiutarlo;
La seconda è un contatto da parte di una casa di produzione cinematografica di Padova che mi ha chiesto di essere protagonista di un documentario sui RLSH e in particolare sulla mia attività. Penso che il cinema e la tv siano i mezzi più immediati per avvicinarci prima di tutto ai giovani e sensibilizzarli, aiutarli a capire chi siamo e cosa facciamo, perché sono la forza che serve alla società per cambiare rotta e diventare davvero migliore. Ho messo a disposizione della Black Box Film il mio logo, i miei videolog, le riprese delle ronde che faccio e le mie fotografie, e mi stanno seguendo con interviste e altri filmati. Mi rende felice e fiducioso il fatto che questo progetto stia riscuotendo interesse da parte dei siti di settore. Questa è un’ulteriore prova che le persone possono e vogliono essere coinvolte in questo messaggio.

Non credi che vedendo i RLSH qualcuno possa decidere di emularli nel modo sbagliato?

La possibilità e tutt’altro che improbabile. Ci possono essere ragazzini troppo giovani che decidono di trasformare la propria vita in un fumetto. Potrebbero nascere personaggi ambigui e violenti che usano la maschera per porsi al di sopra della legge, o molto altro. Per questo mi sto battendo per creare un codice di comportamento a cui i RLSH dovrebbero appoggiarsi per ritenersi tali ed essere riconosciuti. Inoltre, con i videolog, spero di chiarire quella che è la mia attività togliendo ogni dubbio sul mio concreto operato, senza lasciare spazio ad ingannevoli fantasie.

Cosa speri per il futuro?

Non spero che ci siano sul lungo periodo molti altri RLSH, io spero che sul lungo periodo si creino molti eroi! Che la gente capisca che con poco può fare tantissimo per rendere migliore questo mondo, anche senza un costume. Basta pochissimo, per cambiare radicalmente le cose. Basta volerlo davvero.